lunedì 8 novembre 2004

Piossasco 2004


Concorso internazionale di Poesie e Sensazioni
ANTICHE COME LE MONTAGNE
Edizione 2004

Poesie Premiate:

1° CLASSIFICATA
L’ORTO

E d’improvviso
Ti rivedo Padre
Con il sole che t’illumina,
il viso già scuro dell’estate,
vaghi senza posa tra riquadri d’insalata,
e tenere fragole,
rincalzi, smuovi, zappi ore d’amore,
celebri attimi di fede.
Ami la terra e con sapienza
La sai coltivare.
So che mi ami teneramente,
quando mi porgi fresche verdure, il tuo sorriso
mi fa zolla dove tu hai seminato
tutto l’amore dell’anima .
Da quando non camminasti più
Per il verde sentiero, diventò ombroso il tuo orto.
Il tuo passo è rimasto sospeso nell’aria del rimpianto.
Nell’ottuso silenzio si fa nido
Il vuoto della voce,
bucherei l’invisibile muraglia,
sarei oltre quella soglia,
che divide il mio gesto
dal tuo viso.

ADRIANA MONDO 





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2° CLASSIFICATA
L’ODORE DEI RICORDI

E la fiamma brucia-madre-
E riverbera fragranze
D’un pane ancora caldo
Com’è proprio vero-Nietzsche-
Che il nostro genio
È negli odori che ci assalgono
Grumi di memorie guizzano
Dal braciere dell’incenso sull’altare
Dalla perseveranza della menta
Sui balconi
E tornano bagliori
Di giorni immemorabili
Con gli effluvi di zagare e di salvia
D’un gelsomino indomito nell’orto
Tornano fiamme sopra i sassi
A illuminare petali d’incanti
E a incenerire
Il quieto oblio dei sogni
Io non ricordo che gli odori-madre-
Che fragranze della vita
Delle tue bianche mani
E olezzi d’amido e di salsa
D’allegria e di festa
Come il tuo pane-madre
Oggi un profumo
Sazia la mia anima
Io non so vivere
Senza gli effluvi dell’infanzia
Tutta la mia ricchezza-madre-
È nell’odore dei ricordi
Che permane.

GIANCARLO INTERLANDI



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3° CLASSIFICATA (ex-aequo)
CELLULE IMPAZZITE

Ritrovare il calore di un attimo,
La lampada che dondola sul disegno di una stanza,
È l’impronta che calca la mia vita
Per raccogliere strisce di mattini
E provviste di stelle , la sera.
Ora che ti racconto
Passeggi di immagini,
Del cane che trotterella dietro al padrone,
Dei piccioni che annaspano cartocci
Nella ciprea di un chiostro,
Tu giochi con i trucioli
Dei miei capelli
Per nascondermi la tua croce d’uomo.
Lo so del fiore di cellule impazzite
Che germoglia nel tuo corpo,
Ma cerco di combinare dialoghi
Per sottrarli dagli odori dell’etere,
Per strapparti dalla tazza della tisana
Che vuota inganni ad ogni tuo sorso.
Voglio schiodare battesimi di tormenti
Dalle reliquie della tua tristezza,
Per rivedere trasparenze di vivere
Nel tuo sorriso, che mi tiene legata
Ad itinerari d’amore
Sulla strada della speranza.

PIA BANDINI



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3° CLASSIFICATA (ex-aequo)
IL SILENZIO FORSE E’ UN GRIMALDELLO

M’hanno detto che il silenzio prolungato
più che chiave è forse un grimaldello.
La tua porta resta ancora muta e chiusa.
Tu non scrivi né mi chiami, forse piangi;
Io soffro, non piango né ti scrivo.
Per resister al supplizio del silenzio,
Attesa senza quasi più speranza
Della dolce tua voce di contralto,
Son legato strettamente alla poltrona
Come Ulisse all’albero maestro.
Fumo il doppio, veglio insonne, tormentato,
Scorre lenta la mia notte senza luna.
Forse è un segno, finalmente ho capito:
Io resisto, tu resisti: siamo folli.
Al tornare della luce ti rivedo,
Più sfocata nel miraggio del mattino.
E’ da tempo che non scorgo la tua mano
Nel saluto fugace del commiato.
Forse un giorno scopriremo con rimpianto
Che cessato è il desiderio che bruciava.
Non son più nei sogni tuoi, se mai vi fui.
Resterà solo il ricordo di quel mare,
Di quel vento, delle rapide correnti.
E’ fantastico il viaggio immaginario
Dello scrivere le storie di passione.
Immaginato il viaggio, ma reali
Le persone, il cuore, il sangue ed i timori.
Spaventati da marosi travolgimenti,
Non aprimmo mai le vele al navigare.

LUCIANO ROSSI




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4° CLASSIFICATA (ex-aequo)
ALLORA, SARA’ LA TUA FESTA…

Quando, per te,
Ogni giorno,
Raccoglieranno
Gialle mimose
E i tuoi capelli
Trarranno bagliori
Dal sole d’oriente…
Quando, per te,
L’arcobaleno
Cederà i suoi colori,
Per cancellare
Il nero delle tue vesti…
Quando, per te,
Sarà dolce
Sorridere alla vita,
Guardando un uomo negli occhi,
Senza abbassare i tuoi…
Quando, per te,
Non ci saranno
Sentieri già tracciati,
Ma tesserai le fila
Della tua vita…
Quando, per te,
La dignità conterà
Più dell’essere uomo o donna…
Allora… sarà la tua festa.

MARIATERESA BIASION MARTINELLI




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4° CLASSIFICATA (ex-aequo)
SI SONO SPENTE LE NOSTRE CANZONI

Ho vissuto giorni che non volevano dire niente
Ed altri che avevano il calore dei cieli estivi.
Mi hai insegnato, con gli anni, il senso della vita,
Ma per capire i tuoi impossibili orizzonti
Ho dovuto aprirlo quel giglio
Che tenevi segretamente sotto il cuscino.
Quando le costellazioni boreali mi fanno compagnia
La mia fragile estate si confonde
Nelle lente stagioni della memoria.
Ho avuto per culla una città di nebbia.
Ferrara è sfuocata come un quadro di Rosai
Ed il Po appare dalle brume dell’infanzia.
Sono cresciuto tra scirocchi e libecci pungenti.
Pifferi di canne verdi
Soffiano brezze dell’età adulta.
Assetato, come il mare che divora la sabbia,
Ascolto voci oscure degli anonimi sobborghi,
Vivendo ballate notturne senza nome.
Io prediligo il sonno
Ed adoro lasciarmi trascinare
Dall’eterno tuo apparire.
Dentro un urlo di mistral tempestano i tuoi capelli
Sugli occhi della mia irrequietudine.
Nel trepido silenzio
Dei giorni che non hanno passato,
Sopra una collina di braccia tese,
I sogni incalzano anime vagabonde.
Ma è presto per cavalcare i sentieri della notte
E suonare milonghe disperate
Nelle vaste pianure degli amori svaniti.
Fred e Ginger non ballano più.
Si sono spente le nostre canzoni.

GIANCARLO ANGELINI


domenica 7 novembre 2004

Premiazione Piossasco 2004


COMUNICATO STAMPA con preghiera di diffusione


Sabato 6 novembre 2004 si e’ svolta presso la suggestiva e prestigiosa cornice del Castello Feudale “ Ai Nove Merli ” di Piossasco la premiazione dell’annuale Concorso internazionale di Poesia e Sensazioni “Antiche come le Montagne”, organizzato dal Gruppo Amici della Poesia in collaborazione con il Comune di Piossasco Assessorato alla Cultura e la Pro Loco di Piossasco ed il prezioso contributo della città francese di Cran-Gèvrier.

Questa la composizione della Giuria ufficiale del premio:
Presidente: BARBERI SQUAROTTI GIORGIO
Componenti: DE LUCA LIANA - FRAMMARTINO ANNAMARIA - GARAVELLI MARIA VITTORIA - MARCHISIO EZIO - MELANO DANIELE - RUFFINATTO ALDO -
Questa la composizione della Giuria ufficiale del concorso Fotografico (Immagini e Ricordi):
BONINO PIERO- CIRIGLIANO ALESSANDRO- FORIGO DAVIDE.

Vincitrice di questa tredicesima edizione è risultata:
Mondo Adriana di Reano (TO) con il componimento “ L’ORTO”,

2° Interlandi Giancarlo di Acitrezza (CT) con la poesia “L’ODORE DEI RICORDI”,
3° pari merito Rossi Luciano di Brugherio (MI) e Bandini Pia di Genova,
4° pari merito Biasion Martinelli Maria Teresa di Orbassano (TO) e Angelini Giancarlo di Genova.
Sono stati inoltre segnalati: Nebbiolo Alberto di Pavia, Miolli Maria Teresa di Torino, Rolle’ Vittoria di Pianezza (TO).

Per la sezione “IMMAGINI E RICORDI” (FOTOGRAFIA), il 1° premio e’ stato assegnato a :
Carbonaro Carmine di Piossasco (TO) con le fotografie :“COLONNE e SCHIZZI”.
Segnalazione per Sobrino Giovanni di Piossasco (TO) e menzione per Corona Renzo di Mezzano di Primerio (TN).

Sono stati anche selezionati i 14 giovani finalisti della sezione “ PROGETTO PRIMAVERA e PRIMAVERA 15”, la cui graduatoria definitiva è stata raggiunta in sala con l’intervento di una giuria popolare che ha votato in tempo reale, validamente coordinata dagli organizzatori Luca Necciai , Bruno Spesso e Giuseppe Sabatini.
La giuria in sala ha cosi’ definito la graduatoria dei giovani finalisti.
al primo posto: PASTORINO ANDREA di TORINO con “L’OMBRA”
al secondo posto: RAGANELLA GIORGIA di TORINO con “OGNI COSA CHE E’ IN ME”
al terzo posto: MARZIANO EMANUELA di TORINO con “L’ORCHIDEA”
al quarto posto: SAVORANI EUGENIA di COLLEGNO (TO) con “LA MIA VERITA’”
al quinto posto : MATTANA ADRIANO di TORINO con “AMERO’ LA VITA”
MUSI FEDERICA di COLLEGNO con “COLORI DEL MONDO”
RICCIARDELLA ILENYA di TORINO con “QUANDO SORGEVA IL SOLE”
PERENO LORIS di PIOSSASCO (TO) con “SPADE GEMELLE”

Anche quest’anno i vincitori vedranno i propri componimenti pubblicati su internet e avranno occasione di porre a dimora nel parco del Castello feudale alcune pianticelle di ulivo che ritroveranno cresciute negli anni, in ricordo della loro presenza a Piossasco.

Gli Amici della Poesia intendono ringraziare quanti hanno contribuito alla diffusione ed al buon esito del Concorso, con l’augurio di avere un sempre maggior numero di compagni di viaggio e, non mancano nuove idee relative ad un futuro molto prossimo. Cogliete l’occasione per consultare il Regolamento della 14° edizione di “ANTICHE COME LE MONTAGNE” che sarà disponibile agli inizi della primavera 2005 anche su internet.

Corrispondenza: Giuseppe Sabatini
- Gruppo Amici della Poesia- Via G. Deledda, 1 10045 Piossasco (TO)
WebEditor :
Luca Necciai www.amicipoesia.altervista.org
InfoLine:
Bruno Spesso - ore 13;00/15:00- tel. 011.9064314

sabato 30 ottobre 2004

Dal Forum


Poesie di...
Ezio DellaGondola




Venezia

Venezia è sempre stata una magia:
sulla laguna mille palafitte,
alberi del Cansiglio a far da culla
a costruzioni splendide di marmi,
come merletti che nell’acqua cheta
dei canali sprofondano radici
di cemento e di pietra; ma quell’acqua
ora divora sotterranee basi.
Qualche incendio ha distrutto monumenti
ricchi di storia e d’arte secolare;
il resto lo faranno poco a poco
le malefiche bande di turisti
che un commercio ladrone concupisce.
Sono sparite utili botteghe:
pizzicagnoli, forni, farmacie,
per far posto alla plastica-ricordo,
variopinti cappelli da giullare,
maschere vuote e gadgets di Taiwan.
I veneziani sono stati espulsi:
non c’è più posto neanche al cimitero.


23 maggio 2003




Venezia 2

Venezia è sempre stata una magia:
ma d’inverno mi pare ancor più bella,
con la neve, la nebbia, l’acqua alta;
pochi turisti e tanta nostalgia.
Anche la pioggia serve per la scena:
i “masegni” bagnati son lucenti,
pietre preziose, gemme scintillanti.
Come è triste Venezia è una canzone
bella e famosa, ma un po’ menzognera:
è più triste vederla massacrata
da orde di turisti poco attenti
incapaci a gustare la magia
di un luogo così unico e speciale
dove l’inverno è una stagione bella,
una intera stagione di “natale”.

24 novembre 2003



Vent’anni

Inutilmente inseguo i miei vent’anni
voglia di fare, voglia di sapere;
la vita che mi scappa tra le dita
non è più quella che sognavo allora.
Anche se corro, anche se mi affanno,
resta il rimpianto di lasciare indietro
troppe cose da fare e da sapere.
Una vita non basta a soddisfare
tutte le voglie di una mente inquieta,
ma solo una mi è toccata in sorte:
bella, intensa, ma sempre troppo corta
per la smania di fare e di sapere.
Solo una cosa oramai mi tiene vivo,
mentre questo mio corpo va in rovina:
un punto di partenza e uno di arrivo:
la mia voglia di fare e di sapere.




Il suicidio di Cirano

Deluso e stanco se ne sta Cirano
meditando sull’ultimo commiato;
per una volta uscirà di scena
senza clamore, quasi di soppiatto.
Posa prima la spada, poi la penna;
chiude infine anche il libro di memorie,
alla fiamma l’accosta e la candela
attizza il fuoco su quei fogli amati.
La carta brucia senza crepitare,
s’accartocciano le pagine al calore;
alla fine rimane grigio e vuoto
quel ch’era un monumento di parole.
Parole sparse, adesso, in libertà:
sogno, furore, rabbia, pentimenti,
qualche rimorso, e poi molti rimpianti
una bellezza allegra tra le righe,
amore e morte uniti in un sol canto..
di tutto ciò rimane solo cenere;
stranamente un frammento ancora intatto:
c’è solo un nome, ma non è Rossana.
Il fumo della carta ha disegnato
sul candido soffitto ghirigori
neri, incombenti, quasi minacciosi.
Li riconosce, tetri simulacri:
maledetti pronomi possessivi.
A stormi gli svolazzano dintorno
corvacci scuri, amici della morte.
Il guerriero si sente soffocare,
un tremore lo invade, ed è finita:
lesto lo stilo penetra nel cuore.



Villa Carlotta

Un’esplosione di colori e vita,
svolazzar variopinto di farfalle
nel prato della vita e dentro i cuori;
muta musica allegra di natura
spensierato sognare ad occhi aperti
questi fiori senza significato
suggeriscono a ciechi e sordi servi
di trista scienza e di fredda ragione
che in qualche luogo forse dio esiste.




Pagina bianca

Una pagina bianca è una scommessa
di trovare pensieri e situazioni
che siano degni di lasciare un segno:
corre la penna dall’inchiostro nero;
a poco a poco nasce il mio pensiero
che sulla carta sembra più importante;
subito un altro gli si pone accanto:
partita vinta! Anche questa volta
sono riuscito a partorire versi.




Pourcell

Sull’onda delle note di Pourcell
corro tra i prati, visito giardini
assai curati e tutti ben fioriti;
la fantasia galoppa tra le aiuole
che immagino volute da Re Sole.
Graziose dame mi si fanno incontro
E le saluto con profondo inchino;
là cicisbei galanti, pigramente
sostano, nell’attesa della sera
quando la festa scoppierà giocosa.
Un tuono: è il temporale che si annuncia;
ognuno corre lesto al suo riparo;
corron le dame a gonne sollevate
che scoprono soltanto le scarpette;
corrono i cicisbei, ma senza fretta:
l’acqua piovana è acqua benedetta
per splendidi e fantastici giardini.

22 maggio 2003




sogni assassini

cosa fa un sogno, quando è troppo grande?
ti assorbe, ti conquista e poi ti uccide
perchè rimane un sogno, troppo bello,
troppo felice per essere reale.
ma chi non sogna forse era già morto,
forse è l'amara sorte di chi nasce
dal ventre di una donna, dall'amore,
da un altro sogno che da vita e morte:
chi nasce sogna e muore, non c'è scampo.

5 novembre 2003




Notte perduta nella nebbia azzurra (1961)

Nel frastuono assordante della notte
del mondo, la mia anima impazzita
cerca smarrita nella nebbia azzurra
la tranquilla viltà dell’uomo ignavo.




Corrono e si rincorrono (1961)

Corrono e si rincorrono,
volano, ronzano girano,
vanno da me a te, da lui a lei,
da te a lui, da lei a me.
Accendono gli occhi dell’innamorato,
se la sua donna le lascia libere
di correre e di rincorrersi;
ravvivano lo sdegno,
aizzano speranze,
frustrano desideri
dell’arrabbiato, dell’ottimista, dell’egoista.
Corrono e si rincorrono,
e corrono da chi le vuole
e giocano con i seri,
e disputano con gli sciocchi
e corrono e ronzano e volano e girano:
sono parole.




Ho portato un granello di sabbia (1961)

Ho portato un granello di sabbia
sulla rena spazzata dal vento.
Ho gettato una goccia di pianto
nelle fresche sorgenti montane
Per sentirmi più vuoto del vuoto,
per fermare gli strali del tempo.
In quei caldi meriggi d’estate
che passavo cuocendomi al sole
sulla diga suonata dai flutti
e dai granchi crocchianti fuor d’acqua,
ho affidato a una vuota conchiglia
il mio inutile sogno d’amore.
Ho portato un granello di sale
sulla spiaggia a salare il gran mare.




Nere macchie di noia (1961)

Appollaiati sui rami più alti
gracchiano e aspettano.
Aspettano come tutti
la morte che giunga veloce.
Ma gli altri l’aspettano per se:
loro la aspettano per gli altri,
i corvi.


Ezio DellaGondola

martedì 12 ottobre 2004

Dal Forum

Poesie di...
Francesco Sinibaldi


Crying in the Chapel

Or di conforto appare
il chiaror posato
alla fiammella,onde lungi
la schiera riposa,
e quivi s’appresta,
nel mortal d’un candelabro;
il passo s’arresta,
qual pensier che in timor
indugia in rimembranza,
e inginocchiasi il pallore
sulla nuda panca,
rapito mirando di un color
l’affanno alla sacra stanza.
Dolcemente il tremor
s’inganna,dalle sudate mani
alla canzone,e il pianto ritorna,
a me ritorna,codesto
vivo e fuggitivo canto,
ch’odo perenne,
nel cuore.
E sovviemmi l’amore,
al nascer d’una voce.



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My Prayer

Per i cuori delusi, per le grazie svanite al morir d’un
pensiero e di nuovo rinate in un soffio beato.
Per i timidi raggi di un mattino di quiete,ove canta un
sorriso e rinasce nel sole, al fiorir delle fronde.
E per te, che sei solo, e che cerchi nel cuore un barlume
d’amore: nel suo sole sarà.


My Prayer.

For the hearts disappointed, for them thanks vanished to the morir d’a thought and again revived in a happy breath. For the shy rays of a morning of quietness,
where it sings a smile and revives in the sun, to the fiorir of the branches. And for you, that you are alone, and that hoops in the heart a glimmer d’love: in its
sun will be.

(Traduction of James Beattie - London, England)


Mi plegaria

A los corazones rotos,
a la gracia que huye
si un pensamiento muere
y que luego renace
en soplo venturoso.
A los tímidos rayos
de un alba de quietud:
una sonrisa canta
y bajo el sol revive
cuando la fronda estalla.
Y a ti, que solo estás,
y en tu corazón buscas
un rayo de amor:
en él estará el sol.

(Traduction of Rosendo Gallego, Madrid, Spain)



My Prayer
Mi oración

A los corazones decepcionados
Porque la gracia se desvaneció con la muerte de un pensamiento
Pero reinó de nuevo
Con la brisa del aire feliz respirado
A los rayos tímidos de la mañana quieta,
Donde canta una sonrisa y revive la luz
En la furia de las ramas
Y a ti, que estás a solas,
Pero en cuyo corazón se esconde una débil luz de amor:
En él se posará el sol



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Per te.

Come un dolce
chiarore che nasce
silente al fiorir
dei castani odo
l'eterno, l'amabile
quiete di una mesta
canzone ed ancora
quel sole, nel fresco
ritorno di una
nuova poesia.



Francesco Sinibaldi- Italia
Le poesie di F.Sinibaldi sono presenti sul nostro forum al link:

domenica 29 agosto 2004

Pamparato 2004

Una Poesia per Pamparato
edizione 2004


La Giuria Ufficiale del Premio "Una Poesia per Pamparato"
nelle persone dei Dotts. Luciano Gallino, Graziella Granà, Emiliano Moncia, Luca Necciai (presidente), Eraldo Odasso (coordinatore)

all'unanimità ha proclamato vincitore assoluto di questa XVII edizione
Giovanni GALLI di Savigliano CN
con il componimento "Certe ore"

al secondo posto si sono piazzati ex-aequo:
Cristina MANTISI di Savona ("Favola triste") e
Paolo ODASSO di Mondovì CN ("Via Molino")
al terzo posto, parimenti ex-aequo:
Alessio RIZZELLO di Lecce ("Emozioni d'inchiostro trasparente")
Franco ROBALDO di Lodi ("Croci -a Sarajevo-"),
Stefano TONELLI di Milano ("Il compleanno")

Sono stati inoltre giudicati meritori di segnalazione i componimenti di:
Carla PARODI di Calosso AT
Jolanda PETTINARO di Olbia SS
Sergio ZANOCCOLI di Bovolone VR

PUBBLICATE A QUESTO LINK
TUTTE LE POESIE PREMIATE

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CERTE ORE

Certe ore Rex (ansante) ti osserva e, lungo il grano, passa nessuno.
Nessuno passa, chè il pennino aguzzo del sole
rado il ciglio raschia e la carta incide (candida) del cuore.

Se dalla cascina dei Franco, certe ore, sbucasse di botto un trattore
e, con fragori crescenti, in saluto ci alzasse una mano,
morderemmo (pazzi e roventi) grani di polvere, ma -sorridenti- penseremmo lontano.

Lontano, certe ore, è oltre l’azzurro pennacchio di scarico
che, silenzio tornato, nel ventre del nuovo granturco dilegua
e (supìno) più non ha il rimorchio colore o sussulti, ma fuga di rapida rondine.

Rizza il pelo Fama e (inesausto furore) esige, ancor latrando, arcane parole d’ordine.

Lontano, certe ore, è oltre le spighe gialle di Lino,
ove notti stellate compassi dirigono mùrmuri di vento
(falangi buie di sogni e di paure)
e, a terra, punte infiggono d’argento magie d’agognate mietiture.

Lontano, certe ore, è bronzeo l’uomo (o un dèmone iroso)
che, nel fosso melmoso, affonda possente vangata e l’estrae pesante
e solo sai chi è se indovini dove la terra (di fresco rullata) fosco ha confine.

Lontano, tra fiamme d’ortiche assassine,
è -su tremuli pioppi- di trasparenti ronzii un velo
che (di vergine miele rabescato) alate regine ha incoronato
e (se il giorno è più luce) circolari d’api danze conduce, certe ore,
a fonti vive di nèttare e d’amore.

Lontano, certe ore, è il passo di Renard che, terso sommesso il pianto delle paratìe,
mai doma cercando va (nel brullo gerbido dei secoli) un rosso filo che a vigne solatìe
la conduca (subdola e sgusciante come un tòpo)
e (forte) famelico in un niente il balzo innalzi (suo finalmente) all’odiato grappolo di Esòpo.

Certe ore, affilate ardono auree stoppie e, lungo il campo lontano, passa nessuno.
Nessuno passa lontano, chè il pennino aguzzo del sole
rado il ciglio raschia e la carta incide (candida) del cuore.

Giovanni GALLI
Savigliano CN



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Certamen
poesie premiate



Sera di settembre nella cucina…

…salutare perché il profumo delle castagne sul fuoco riscalda il cuore,

…fumosa perché la legna nel camino è sempre scoppiettante,

…allegra per le risa dei ragazzi in attesa delle paste di meliga,

…materna perché le donne vi lavorano da anni pazientemente,

…antica perché abitata da diverse generazioni,

…luminosa per i sorrisi dei nonni durante le veglie,

…riposante perché vi si recuperano le forze,

…calda perché il caffè di ghiande è sempre pronto,

…viva perché la famiglia è raccolta intorno alla tavola,

…accogliente perché racchiude gli affetti più cari,

…profumata perché sulla stufa sta cocendo il fugazin di patate,

…tranquilla perché i più piccoli sono stati messi a letto,

…silenziosa ora tutti sono a riposare,

…vuota i ragazzi hanno intrapreso la loro strada,

…piena…solo di ricordi.

BARBARA RUARO
(I° Premio Certamen di Poesia - Pamparato 2004)



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AI MIEI FIGLI

Se un giorno parlerete, per caso,
di una donna che tentò di saltare
voragini alte su baratri fondi,
che vinse battaglie contro il nulla…
- Sfidai le delusioni! -
Scordate la mia lotta quotidiana,
la corsa già perduta contro il tempo,
non ricordate questa mia stanchezza,
occhiaie scure, rughe sulla fronte.
- Ricoprii lo specchio! -
Ricordatemi mamma, coi miei figli,
frutti della mia vita appesi al seno,
ogni gioia, ogni dolore, incisi,
giorno e notte ancorati al mio cuore.
- Tornai bimba con loro! -
Come una gatta ho fatto le fusa,
desiderosa di qualche carezza,
la tenerezza mi è stata negata,
ma nessuno può uccidere i sogni.
Il mio accento, nel coro stonato,
sì è alzato, più alto, più forte,
e in poesie dai mille bagliori,
ho svelato del cosmo l'incanto.
- Vidi sbocciare fiori! -
Farfalla dai cento colori io volo,
assalgo sola il turbine dei venti,
mi scopro felice ogni volta che
torna tenue fra i glicini il viola.
- Colorai le parole! -
In versi di poesie senza valore
c'è un universo tutto da scoprire,
ogni stagione dona le sue gemme,
se sai sperare e credere ad amore!

PIERA ALLOATTI
(II° Premio Certamen di Poesia - Pamparato 2004)




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L'URLO

Gridano i giovani
parole ad effetto
per le strade, ovunque,
nelle scuole
più che la gioia
il loro grido
somiglia a un pianto.
Gridano forte ogni cosa
i loro suoni
sono rumori assordanti
che rimbomban nel petto
gridano il sesso di rabbia
per non saper cosa vuol dire amore.
Gridano contro le guerre
dei grandi
per coprir l'amarezza
delle liti in famiglia
contro il maestro
che parla da solo
contro il mondo
creato dagli altri
che non sanno spiegare
a cosa serve star qui
sulla Terra aspettando la morte.
Se un Dio c'è
è di un'altra generazione.
Gridano i giovani
per coprir col rumore
la paura di poter sentire
dentro
l'angoscia del vuoto.

CRISTINA MANTISI
(III° Premio Certamen di Poesia - Pamparato 2004)




giovedì 18 marzo 2004

In ricordo


in ricordo della poetessa Lea Luzzati Segre
CONCERTO
"La musica al Cinema"

Sabato 3 Aprile 2004
Ore 21.00Chiesa San Francesco
Piossasco (TO)

Musiche di Rota, Morricone, Lyod Webber, Porroni, Bernstein e Astor Piazzolla

Eseguite da
ENSEMBLE DUOMO

Roberto Porroni – chitarra
Luigi Arciuli – flauto
Silvia Pauselli – violino
Flavio Ghilardi – viola
Livia Rotondi - violoncello