mercoledì 29 novembre 2006

Piossasco 2006

Antiche come le Montagne 2006
le poesie premiate:


POESIA INSIEME
Categoria principale


Due città
questa Torino
quella Palermo


Splendida Torino a mezzo ottobre
sotto le carezzevoli fronde dei platani
aperte
a trasparenze solari
e sfumate di giallo in corso Vittorio
tra vetrine e striscioni
o mentre muovo i passi
su rossicce foglie e castagne d'altri viali
attenta a non pestare
la lucentezza marrone
o le punte molli
dei ricci

Altrove
splendida sotto il sole d'ottobre
con qualche grado di calore in più
vive Palermo

le sue giornate roventi
le bufere e le riscosse

svetta
sotto un cielo terso d'autunno
la quadriga
e luccica il dorso dei cavalli
sul Politeama

la piazza tra le palme
tiene unita a dire NO
contro l'ingiustizia e gli errori
una folla
di miei concittadini
sconosciuti

forse c'è in mezzo un amico lontano
perso nel tempo

Io passeggio a Torino
con due città nel cuore

Enrica Di Giorgi Lombardo
Torino
1° classificata assoluta "Poesia insieme"
e Premio alla Memoria




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Arriverò tardi

Arriverò tardi
anche nel giorno
della mia morte.

"I passeggeri in attesa
sulla banchina numero tre
saranno chiamati uno alla volta".

Mentre l'ultima persona salirà,
il mozzo si sarà voltato
a controllare che nessuno
sia rimasto a terra:
io sarò al chiosco dei supplì caldi
con la mozzarella filante.

Incredibile
giocarsi l'eternità
per una polpetta di riso fritta.

Nicoletta La Terza
Latina
2° classificata





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Sargassi

Liquida insidia, il nero che incombe:
anche la luna che offrì diafana luce
è uno scampolo scuro di velluto
mentre vai nel mezzo dei sargassi
senza che mano regga più il timone.

Tempo di chiudere tempo di concludere:
le ventose mappe del viaggio esaltanti
di seduzioni furono -chi lo sa quando-
gettate per completare l'avventura.

Sia la pazienza a rendere d'avorio
il tuo volto -respiro rattenuto-
e recingi la fronte di saggezza
(lo sai che diventi saggio dopo morto
nella memoria ammaliata di chi resta
perché la morte -facile sirena-
dispensa generosa sortilegi?)

Frange l'acqua insidie e continenti
senza più nome - dove lievi ossa
fluiscono in forma d'alga: luogo-non-luogo
che annulla ogni scintilla
ogni orizzonte artificiale
-dove si chiude anche la fatica
di apparire tenaci e stupire
di inventarsi -fingersi- migliori.

Fryda Rota
Borgovercelli VC
3° classificata



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Alcuni

Alcuni, come me, si immergono
nelle virgole della periferia
ascoltano il grido del tuono
incrociato con buchi sul tetto
e pioggia nel catino pediluvio.
Cosa c'è nell'angolo del comodino?
Un foglio siglato INPS,
a scadenza mensile, sempre una tantum.
Dicono, che sono funambolo
di vita, gettata con due zeri VO,
come occhi di gatto postale.
Per questo sussidio, calzo pantofole
pescate dalle DAME AZZURRE,
quando NATALE, sponsorizza bontà.
(Dimenticate ninos di strada,
fornitori di organi agli HIDALGO,
escludere parìa sdentati nelle vasche
a colorare stoffe per padrone SAHIB)
Siamo tutti infilati nel teatro-finestra TV,
dentro schermo quadrato.
Mentre mangio nei piatti di carta
sgretolo sorsi di rugiada per coniare
enigmi uomo-DIO, appena scandaglio cielo,
tra mimose di stelle e armonie di pianeti.

Armando Giorgi
Genova
4° classificata






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La coscienza dell'uomo
(a tutti i bambini vittime dell'Odio e del Potere)

Vi amo,
bimbi defraudati,
figli dell'umanità
che gli occhi posate,
orfani di ogni lacrima,
sui corpi straziati
di genitori ormai muti:
voi siete la ricchezza della speranza.

Vi amo,
bimbi sconosciuti,
figli dell'umanità
che vagabondi e spauriti
cercate un rifugio
dove nasconder vorreste
le angosce profonde:
voi siete la forza della debolezza.

Vi amo,
bimbi di ogni colore,
figli dell'umanità
che attoniti rimanete
con gli occhi accecati
dal brillio delle bombe
tra atrocità insensate:
voi siete il coraggio del futuro.

Vi abbraccio,
bimbi dai mille volti,
non chiedetemi il perché
il perché della violenza,
il perché di tanto odio,
il perché del vostro dolore
marchio per l'uomo d'infamia:
voi siete la purezza della natura.

Vi abbraccio,
figli dell'umanità,
che protegger ognuno dovrebbe
come piccoli boccioli lucenti
per cullarvi come figli,
per ridarvi la fiducia
ad amare ancor la vita:
voi siete la coscienza dell'uomo.

Vittoria Rolle'
Pianezza TO
5° classificata pari merito






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Date tempo al tempo

Si burlano di me, per via del mio mestiere:
fiòcine io vendo, fiòcine nel Sahara.
Quando scendo giù al bazaar li dovreste vedere:
son tutti lì a guardarmi come fossi una bestia rara.

Ma un bel giorno le dune alzeranno la coda
e quest'oasi andrà in pezzi come una vecchia barca,
e la moschea rimpiangerà di non esser un'arca
e allora finalmente, tutta la gente, capirà.

Comprate le mie fiòcine, siete ancora in tempo
Comprate le mie fiòcine e date tempo al tempo.

Si burlano di me, per via del mio mestiere:
ventagli io esporto; in Artide, ventagli.
Quando esco dall'igloo li dovreste vedere:
ridono a crepapelle, credono che mi sbagli.

Ma un bel giorno i vulcani cesseranno di ronfare,
gli icebergs friggeranno come pesci in padella
e il Circolo Polare sarà più caldo di una ciambella;
e addirittura il tuono, dal calore, suderà.

Comprate i miei ventagli, siete ancora in tempo
Comprate i miei ventagli e date tempo al tempo.

Maurizio Nada
Torino
5° classificata pari merito


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PROGETTO PRIMAVERA
Poesia giovane under 15



Il mio albergo

Per quanto tempo ho pensato di potermi illudere.
Ogni giorno,
una bugia.
Persone che entrano ed escono.
La mia vita non è una stanza!
Non è un luogo di passaggio!
Vagano indisturbati.
Gente.
Amori.
Amici.
Sconosciuti.
Ma cosa vogliono da me?
Entrano,
frugano in ogni angolo della mia vita.
Incuranti della mia esistenza.
Lasciano tracce indelebili.
Aprono ferite incurabili.
Qualcuno reca con se un dono.
Altri non si accorgono nemmeno di avermi invaso.
Chiudono la porta dietro di loro,
senza uno sguardo, senza un pensiero.
C'è poi chi sbatte l'uscio amareggiato,
lasciandomi lì,
in mezzo al nulla,
a piangere disperata.
Io rimango a fissare gli avvenimenti.
Incredula.
Impotente.

Forse la mia vita non è una stanza.
Neanche un luogo di passaggio.
No.
La mia vita è
un albergo.
Tutti hanno le chiavi.
Nessuno resta.
Qualcuno fa danni.
Nessuno paga.
Avanti venite nel mio albergo.
E' gratis.
Pago tutto io...

Martina Merletti
Torino
1° classificata assoluta "Progetto Primavera"




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L'ignudo fiammifero

Osservo.
Osservo la fiamma degli inferi
attraversare l'ignudo fiammifero
consumandolo a poco a poco
fibra per fibra,
ogni singolo filamento legnoso
si degrada e ne lascia
intravedere l'ardore...
Ne avverto l'odore di bruciato
che inebria il mio pianto
e inondandomi di fervore
mi offre un dolce
sentire di dolore...

Tacendo
odo nel silenzio
le urla assordanti e frastornanti
scaturire dal buio
della mia anima oscura e malsana.

Brucio.
E intanto mi servo di ossigeno.

Maria Laura D'Oria
Torino
2° classificata




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Fresca mattinata

II giorno albeggia
tra nuvole d'argento
in mezzo a cui veleggia
questo grande avvenimento

il sole s'innalza
come per svegliare
con la sua lenta danza
chi resta nel sognare

e la strada si colma
di gente assonnata
nella totale calma
di una fresca mattinata.

Loris Pereno
Piossasco TO
3° classificata pari merito




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Intreccio di anime vuote

Intreccio di
anime vuote ed
unite, trovasti mai
una vera patria?
La stoltezza, la devastazione,
le falsità; tutto ciò
che serve per vivere.
Tremante anima sperduta,
quando sentisti il tuo
cuore scaldarsi?
Le membra avvertono il
tuo dolore.
Un mare si richiude su te stesso.

Andrea Pastorino
Torino
3° classificata pari merito





PREMI SPECIALI

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Utopìas

Morirìa...
Si en lo ràpido y veloz del devenir
Me viera sola
Morirìa.
Morirìa...
Si en el juego de creer en lo inmortal
Muriera un dìa.
Morirìa...
Si creyera que no tengo por hacer
Con màs pasión y alegrìa.
Morirìa...
Si supiera que esperar lo que se espera
Es sólo un juego
Y no utopìa.
Utopìa...
De creer en los camino elegidos
!cuànta utopia!!
El vital descubrimiento de poder.
!Tu cercanìa!...
El sembrar con la llovizna del ayer
En la sequìa.
!Las utopìas!!!
Sin utopìas
Ya no podrìa amanecer
Ni amar la vida.
Sin utopìas
Ya no podrìa valorar
Cada caìda.
!Sin utopìas!!!
Sin utopìas
Sólo valdrìa el esperar
Morir manana
O dentro un rato
O nunca o siempre
A cada instante...
Es respirar y no latir.
Es no existir
Sin utopìas.

Ana Rosa Veilati
Cordoba (Argentina)
Antiche come le Montagne 2006
Premio Speciale della Giuria



[traduzione italiana]

UTOPIE

Morirei...
Se nel rapido e veloce giorno che viene
Mi vedessi sola
Morirei.
Morirei...
Se nel gioco di credere nell'immortale
Un giorno morissi.
Morirei...
Se credessi che niente possa fare
Con più passione ed allegria.
Morirei...
Se sapessi che sperare ciò che si spera
E' solo un gioco
E non utopia.
Utopia...
Di credere nei percorsi intrapresi
Quanta utopia!
La scoperta vitale di poter fare.
La tua presenza!...
E' seminare con la pioggia caduta
in tempo di siccità.
Le utopie!
Senza utopie non potrei nascere
ne' amare la vita.
Senza utopie
Non potrei più dare un senso
Ad alcuna caduta.
Senza Utopie!
Senza utopie
Varrebbe soltanto sperare
Di morire domani
O all'improvviso
O mai o sempre
In ogni istante...
E' respirare e non palpitare
E' non esistere
Senza utopie.

[traduzione di
Andrea Necciai e Bruno Spesso]





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AURORA ED IL SUO MONDO

Era la prima volta che Aurora e sua mamma facevano un viaggio su un aereo, l'emozione era tanta, erano impazienti di salire la scaletta, tutti avevano un posto, i due posti riservati a loro erano quasi al centro dell'aereo. Aurora subito si sedette in quello vicino all'oblò, con la sua Bennj di stoffa in braccio; Aurora aveva poco più di quattro anni, era sveglia e con una lingua da lasciare stupiti, il visino dolce ma duro come sapeva fare allorché voleva qualcosa, sguardo ficcante, occhi azzurri. Appena seduta, subito il suo sguardo si rivolse all'esterno. Ad un certo punto una voce suadente e sicura: si prega di allacciare le cinture di sicurezza, non fumare e spegnere il cellulare. Lei non capì ed allora una gentile hostess passò ed allacciò la cintura di Aurora ed in cambio ricevette una dura occhiata. L'aereo si mosse e poco dopo si alzò ed allora le cose si vedevano sempre più piccole. Aurora non staccava lo sguardo dall'oblò anche quando l'aereo passava in mezzo alle nuvole e non si vedeva più il cielo, anzi l'aereo sembrava si riposasse su quel letto bianco e soffice e lei sembrava che sorridesse e parlava con la sua Bennj. All'improvviso, sempre quella voce suadente, al centro dell'aereo, molto vicino a loro, le invitava a prendere una bevanda calda o fredda. Aurora si girò di scatto e la bimba cadde e rivolta alla mamma:
E' tutta colpa tua, Bennj si è fatta male. Stai zitta, non fare la sciocchina, rispose la mamma. Tu mi hai distratto dal mio film, lo sai?, dentro quella nuvola vi erano tanti angeli che mi parlavano ed ora sono andati via, ribattè Aurora. Ma sei proprio sicura che in quelle nuvole vi erano tanti angeli tutti per te, chiese la signorina con la sua voce suadente. Si erano proprio angeli, disse con voce un poco stizzita Aurora, anche se voi non li avete visti, perché erano solo per me e Bennj. Le dia un pacchetto di patatine, così per un pò sta zitta, riprese la mamma. Allora Aurora si atteggiò a persona seria e disse alla mamma: Io ti voglio tanto bene e mi devi sopportare come sono. La mamma ,a quelle parole, non seppe rispondere, se la strinse a se con forza ed Aurora non voleva più staccarsi. Una grossa nuvola la riportò a guardare con la sua Bennj dal finestrino. Ad un ennesimo scricchiolìo, più forte del solito, la bambina guardò la mamma che aveva le mani sul viso. Mamma cosa hai? chiese Aurora. La mamma non rispose e strinse a sé la bambina. Non aver paura, mamma, disse Aurora, i miei angeli tengono l'aereo e non lo lasciano cadere. La mamma la strinse più forte. Subito si sentì quella voce suadente e sicura:siamo per atterrare, allacciare le cinture, non fumare, grazie. Aurora non si distaccò dalla mamma, allora l'hostess si chinò verso di lei e le allacciò la cintura. Dopo poco l'aereo toccò terra. Tutti scesero per risalire sul pullman. Aurora si voltò verso l'aereo e vide una figura allontanarsi e la salutò; vedi mamma, il mio angelo va via. La mamma si voltò e non vide nessuno. Accarezzò Aurora.

Giovanni Cianchetti
Grugliasco TO
Antiche come le Montagne 2006
Premio Speciale della Giuria






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L'ARMONIA

L'armonia è naturale nell'ordine spirituale dei colori di un cuore
che si apre alla vita, che si apre ad un altro cuore, che si apre...
Come un soffio è la bellezza, l'estetica si può studiare,
cambiare a secondo del sentimento che vive in balia
delle emozioni nel tempo, confuse dalla materia; l'armonia non ha la materia
ma evanescente si ricopre del tuo sorriso maturato da un pensiero trattenuto,
una paura affrontata, una scoperta visualizzata.
L'armonia è silenziosa e vibrante come il suono finale di un insieme
di note entrate nell'anima, non le puoi applaudire, incantato ne vivi la pace e
l'euforia in un solido equilibrio... L'ARMONIA.
L'ARMONIA non si tocca; non possiamo, non dobbiamo, non sappiamo
toccarla, possiamo sfiorarla ispirando poca aria ed emettendo
un lungo respiro. L'ARMONIA ha una vita breve in un cuore isolato,
paura che espressioni d'amore tanto belle non si possano
vivere che nei sogni o nell'aldilà alla presenza completa di Dio.
Ma se nel tuo cuore fiorisce la vita aiutami a credere
che il buio, l'assenza di colore, dura un attimo e se mi guardi le mie lacrime
puoi assorbire, bere, asciugare fino a ritornare a cantare L'ARMONIA.

Associazione Artistica
Voglia di... Favola

Torino



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