domenica 10 gennaio 2010

Dal Forum

Poesie di...
Dani74

SAPORE DI UNA GUERRA

Scaglie di bombe
Squilli di trombe,
nubi fumeggianti,
paesaggi strazianti,
occhi sbarrati,
corpi lacerati,
pioggia di lacrime,
a bagnar queste anime,
gocce amare,
troppo salate per odiare,
silenzio intorno,
poi un boato segna il ritorno,
mine assordanti,
passi pericolanti.
Polvere di strada,
come amica una spada,
rotea su nell’aria
raccontata in una poesia.
Fuoco ancora,
fino al giunger dell’aurora
e poi il Deserto,
tutto è ormai coperto,
tintinii lontani,
di chi aprendo le mani,
nel rosso del sangue che scorre,
con occhi al cielo corre,
fugge falcando,
ansimando,
nello sbatter a terra
la suola che piano afferra
e polvere di stelle
le sue speranze accese sulla pelle.



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CATENA DI FILI

Catene sottili,
con cadenza ritmata,
come piccoli fili
in una storia cantata,
scendono appese,
dal cielo compatto,
di nubi sospese
che la storia han fatto,
guardandosi
in un fruscio
e scontrandosi
dietro il pendio.
Tempesta annunciata,
tuoni assordanti,
luce nell’aria tagliata,
da fiammelle pedanti,
alternate
al cinguettar
come piccole fate,
del dolce sussurrar.




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ALBEGGIAR

Prati caramellati,
di viali alberati
echeggianti
il sussurrar dei passanti.
Nel silenzio dell’albeggio,
un lieve alito di libeccio,
soffia da levante
con maestria disarmante
e in un bagno di sole
scolpisce le parole,
in languidi gesti
di augelli appena desti.


Daniela
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giovedì 7 gennaio 2010

Dal Forum

Poesie di...
Filippo Pesaresi


Il mio Vecchio asilo abbandonato

Una stanza illuminata,
il muro sporco
e macchiato di scritte,
che s’affaccia al mare;
una scuola, una classe
abbandonata di un vecchio
asilo diroccato, impolverato.
I colori opachi, scoloriti
da un’aria fredda,
tonalità briose, invecchiate.
E da fuori un edificio
indebolito dal tempo,
frantumato, scarno.

Un tempestivo
susseguirsi di ricordi,
di risa, di giochi, di voci,
e un raggio di sole
che sorpassa la finestra
mezza scardinata,
ferma il tempo;
e s’innesca un sorriso:
una geometria del passato,
un meccanismo ricorrente.

20 marzo 2010





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L’oceano strano

Dinnanzi un’atmosfera cupa
rivestita d’ansiosa nebbia
sotto uno spesso smalto di nubi:
e d’inquietudine si tinge
questo aspro, lungo pomeriggio.
I poggi diventano oasi
bagnate da bruma passiva:
spunti di promontori strani.
E ci s’inabissa dentro il cuore,
un sopruso sentimento ardito;
e si bagna il mare
di una prima, inibita pioggia.
Le prime luci sfuocate dei lampioni
evidenziano quel fosco, tonico,
di un colore spento, quasi ironico.
E se scendono le tenebre, stasera
la caligine s’infittisce e il buio
si rassegna a quell’oceano strano.

7 gennaio 2010






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Visione sinistra del bosco


Invece la noia resta;
e cala presto la notte
e scivola il vento:
scompiglia la nebbia.
Tutto rimane immobile,
l’odore rugginoso
di un sole spento,
di un cuore rauco.
Un serrato orgoglio
di essere vite
d’uva appassita;
uno squarcio d’angoscia
che guarda il freddo.
Un unico colore acerbo
ricopre il mondo,
un tonfo cupo
nell’acqua ghiacciata,
un azzurro rigido.
Un affannoso respiro
che ricuce il vuoto,
è tacito fulcro
carico d’ansia
d’un bosco spoglio,
invernale,
dipinto di grigio.


20 gennaio 2010


Filippo Pesaresi
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