domenica 13 novembre 2011

Piossasco, vincitori 2011

COMUNICATO STAMPA
con preghiera di diffusione

Anche la diciannovesima edizione del concorso internazionale di poesie e sensazioni
ANTICHE COME LE MONTAGNE
ha concluso il suo percorso di gara portando al traguardo alcuni vincitori di indiscusso valore
e di grande personalità.
La cerimonia di premiazione ha avuto luogo nel pomeriggio di Sabato 12 NOVEMBRE 2011 nella antica cornice della Chiesa “Madonna del Carmine” in Piossasco, alla presenza di un pubblico appassionato, di autorità locali, di rappresentanti della carta stampata e degli autori partecipanti.

Questa la composizione delle due Giurie ufficiali del premio:

1) PER LA PARTE LETTERARIA - “CONCERTI DI PAROLE”e “NARRATIVA”
BARBERI SQUAROTTI Giorgio (presidente)
DE LUCA Liana – MARCHISIO Ezio—MASETTA Lorenzo – BELLATORRE Giuseppe.

2) PER” IMMAGINI E RICORDI”
MOTTURA Francesco - VARETTO Fabrizio - BAZZO Stefano - ANDREIS Luigi.

Il primo premio assoluto – sez. CONCERTI DI PAROLE è stato assegnato a:

“ I DISEGNI DEL SILENZIO”
Armando Daniele, CARAGLIO

2° “SARO’”
Giorgi Armando, GENOVA
3° “ ADESSO HO CAPITO”
Biasion Martinelli Maria Teresa, ORBASSANO
4° “LASCIAMI CANTARE”
Rossi Attilio, CARMAGNOLA
4° “IL COLTELLO DEL PESCATORE”
Picco Fabrizio, GIAVENO

PREMIO 150° UNITA’ D’ITALIA a:
“BUON COMPLEANNO ITALIA”
Cottura Luigina, PINEROLO

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
“ IL MOLO INFINITO”
Mina Patrizia, TORINO

E stato inoltre assegnato un “ Premio Speciale AMICI DELLA POESIA” a:
“ AMICO SENZA VOLTO”
Paoloni Adina, PIOSSASCO

Un piccolo ricordo in memoria della nostra Amica scomparsa
“MARIA GRAZIA BARRERA”

Il primo posto assoluto – sez. “NARRATIVA” (Premio “MARCO CUSTODERO”) è stato assegnato a:
“SABINA “
Rota Fryda, BORGOVERCELLI

2° “UNA PROMESSA MANTENUTA”
Picco Fabrizio, GIAVENO
3° “ IL CHIAVISTELLO”
Gariglio Carla, ROLETTO
4° “ LA PARTENZA”
Mantisi Cristina, SAVONA
4°pm “ LA STORIA DI DUE RAGAZZI”
Bonelli Antonio, PIOSSASCO

I premiati per la sezione “IMMAGINI E RICORDI” (FOTOGRAFIA), risultano:

1° IL PARCO”
Bruno Alessandro, TORINO

2° “ VECCHIE CASE DI PESCATORI”
Mantisi Cristina, SAVONA

Il “Premio del Pubblico”per le migliori fotografie è andato a:
Patrizia Chiabotto con: ”ALLE ORIGINI”

VISUALIZZA LE FOTO PREMIATE


Il premio del Pubblico per “Concerti di parole” è andato a:
Daniele Armando con: “I DISEGNI DEL SILENZIO”

Un ringraziamento e un pensiero di amicizia anche per la Città gemella di “CRAN GEVRIER” e per
Francesca Galotti che ci ha allietato durante l’intervallo, con brani musicali al pianoforte.

Come sempre i vincitori vedranno i propri componimenti pubblicati su internet.

Gli Amici della Poesia ringraziano di cuore quanti li seguono con amicizia in questa iniziativa:
Il Sindaco di Piossasco, L’A.T. Pro Loco, Giurie del premio e solleciti cronisti.

Vi auguriamo un buon cammino con la poesia, serena consolatrice di ogni uomo che la sappia cercare, dandovi appuntamento per la VENTESIMA edizione del nostro concorso, attualmente in fase di elaborazione.

Anticipiamo sin da ora, il tema di “IMMAGINI E RICORDI”( sez. FOTOGRAFIA):
“ MOMENTI DI VITA QUOTIDIANA”

“BUON FUTURO A TUTTI”

Gruppo AMICI della POESIA


Corrispondenza :
Giuseppe Sabatini – Gruppo Amici della Poesia-
Via G. Deledda,1 10045 Piossasco (TO)
Info Line :
Bruno Spesso- ore 14,00/16,00- tel. 011 9064314

Sito Internet: Luca Necciai
sito web: www.amicipoesia.altervista.org
e-mail: amici.poesia@gmail.com

sabato 12 novembre 2011

Piossasco 2011


ANTICHE COME LE MONTAGNE 2011
Sezione Concerti di Parole

1° premio assoluto:
I DISEGNI DEL SILENZIO
Armando Daniele

Fremono aliti di vento,
come angeli d’ombra
sulle ciglia del mare.
Magiche conchiglie
imprigionano ogni suono.

Il silenzio disegna
i suoi cerchi profondi:
l’infanzia li fa giungere
dalle radici di grandi tronchi,
echi lontani di ninne nanne.

Dolci pensieri mi cullano
ed io li tengo in braccio,
come mi stringeva mia madre,
poi li libero lievi,
vivi soffi di respiro.

Sfumano ancora immagini
che appaiono e scompaiono;
un cesto di tiepidi ricordi
si alza volteggiando
tra le braccia dell’orizzonte.

Sto nella luce appannata
di una trapunta di cielo:
ogni attimo ha un’ombra diversa
e anch’io in questo istante
non sono più come prima.

E questa luce soffusa
percorre inquieti sentieri
come arcobaleni scomposti
subito spazzati dalle ali
del vento del cuore.

Abiteranno per sempre gli angeli
il silenzio di un uomo?


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2° premio:

SARÒ
Giorgi Armando

Dove spaventapasseri
vestono toppe arlecchine, rimango.
Vivo lame di luce tra orme d’alberi,
l’età delle rughe e il seme
perso nella tasca, dal colore invecchiato,
la zappa arrugginita al sole
Verdi età, sono scese in mezzo
alle lamiere che corrono increspate
da semafori col pelo iridescente
e feroci sirene incantate dal vento.
Quassù, forse, un giorno,
tornerete, urlando parole di miele,
spingerete abbracci di sentieri.
Troverete, sempre, la stessa attesa.
Sarò, petalo sulla collina delle api,
splendenti regine dei fiori
Mi troverete raccolto,
sotto un ramo incastonato di gemme,
a riempire solitudine col respiro
di un fazzoletto, agitato al saluto.
Adesso, viaggiatori metropolitani,
cercatevi un letto di foglie, quassù,
per baciare la rugiada del mattino
e sarete, come me, dentro l’io
dei primi nati, oltre lo smog.


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3° premio:
ADESSO HO CAPITO...
Biasion Martinelli Teresa

Ho nascosto il dolore pungente
sotto strati di foglie autunnali,
raccolte negli anni trascorsi
con lo sguardo rivolto al passato.
Ho celato grumi di rabbia
nell’incessante cammino dei giorni,
mai uguali a se stessi,
mai vuoti di nuove presenze,
mai paghi di alitare poesia.
Ho placato il mio indomito cuore,
ho imparato la pazienza dei forti,
ho capito
che potevo accettare
la parola da sempre temuta:
rassegnarsi,
imparando a discernere
se valesse la pena combattere
per un’idea, una conquista,
o abbandonarsi alla quiete,
nell’oblio che dona la pace.
Ho accolto in me la sconfitta,
ho curato il mio orgoglio ferito,
nessuno ha più assaporato
il sale amaro delle mie lacrime.
Ho sorriso col cuore spezzato,
ho assopito passioni e paure.
E’ stato il tempo
a guidare i miei passi
sulla scia di screziati ricordi.
Poi ho stretto quelle piccole mani
e ora so perché ho vissuto.


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4° premio:
LASS-ME CANTÉ
Rossi Attilio

Vardand tut col cel ch’a l’é seren
s’a son ràire le nìvole ch’a passo
e vèddo él ciair portà dal sol alvé
mi i ciamo al mond,lass-me canté

Pensand a coj ricòrd èd gioventù
ai gieugh lontan darò cole muraje
ai tanti j’amis che lì a l’é passaje
m’it diso,col pensé,lass-me canté

A-i seurt da drinta col’età già bela,
da cole giornà seulie,sensa pensé,
ij tanti son ch’am compagnavo ‘I di:
con cole nòte dosse,lass-me canté

Ai seugn volà a l’ombra die toe leje,
sota a cole piante fiorìe,tute pèrfumà,
vardand coj euj lusent èd na mortela
m’it prego costa vòlta,lass-me canté

Per tute le còse bele dia nòstra vita
per podèj trové ‘I soris éd na masnà
per gòd-te col bel calor èd na famija
mi vorria dite ancora,lass-me canté

Pèr fé pi longh èl temp éd la salute
pèr avèj sot man le còse da goerné
con tut lòn ch’a preuva a scarsegé
m’it ciamo pèr piasi,lass-me canté

E fin-a a quand Ti sì t’im lasse sté
dzora a sta tèra veja ch’as ruvin-a
fin che mia boca l’avrà ‘n pò ‘d vos
fame canté a la vita. Lass-me canté

-


LASCIAMI CANTARE
Guardando tutto quel cielo ch’è sereno
se sono rare le nuvole che passano
vedo il chiaro portato dal sole che s’alza
ed io chiedo al mondo,lasciami cantare

Pensando a quei ricordi di gioventù
ai giochi lontani dietro ai bastioni
ai tanti amici che lì sono passati
io ti dico,col pensiero,lasciami cantare

Ed esce da quell’età già bella,
da quelle giornate lievi,senza pensieri,
i tanti suoni che accompagnavano il giorno:
con quelle dolci note,lasciami cantare

Ai sogni volati all’ombra dei tuoi viali,
sotto a quegl’alberi fioriti,tutti profumati,
guardando gli occhi lucenti d’una ragazzina
io ti prego questa volta,lasciami cantare

Per tutte le cose belle della nostra vita
per poter trovare il sorriso di un bambino
per goderti il bel calore di una famiglia
io vorrei dirti ancora,lasciami cantare

Per fare durare di più il tempo della salute
per aver sottomano le cose da conservare
con tutto quello che prova a scarseggiare
io ti chiedo per piacere,lasciami cantare

E fino a quando Tu mi lasci stare
sopra a questa terra vecchia che si rovina
finché la mia bocca avrà un pò di voce
fammi cantare alla vita. Lasciami cantare


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4° premio ex-aequo:

IL COLTELLO DEL PESCATORE
Picco Fabrizio

Ho rubato il coltello ad un vecchio pescatore,
in una notte senza luna.. densa soltanto di oscurità e tempesta.
L’ho preso perché potevo farlo: Lui era vecchio e ubriaco di vino da
quattro soldi. Lui era ciò che resta della vita. Io invece... giovane
sprezzante e forte. Lui era il passato, foglia morta che si stacca dal
ramo. Io il futuro, vento impetuoso che gonfia le vele.

Ma non mi ha portato fortuna sai.

Con quella lama ho guadagnato il mio primo denaro, nei vicoli del
porto, Dopo, ho lavato via il sangue con l’acqua del mare mentre la
risacca mi bagnava i piedi.

Non è stato molto difficile sai,

Poi le maree gli anni, la bonaccia e i fortunali... Tutto passato.
Però la sirena intagliata nel manico di cedro profumato mi guarda...
come allora,
E la lama di acciaio damascato.. bella... come fosse argento antico.
Il suo filo sottile come l’orizzonte che separa il cielo dal mare;
mi sorride e mi ammalia ancora.

Ma non è stata una buona vita sai

Ora seduto qui su questo molo costruito con il legname di velieri
naufragati a guardare il mare, a desiderare onde che la mia vecchia
prua non solcherà più,
Mi rendo conto di esser diventato come il vecchio pescatore al quale
rubai il coltello.
E adesso tu.. sei ritto qui di fronte a me e leggo nei tuoi occhi ciò che
un tempo era scritto nei miei.
Tendi pure la tua mano verso di me: Non avrai mai il coltello del
pescatore, La sua lama è maledetta e la sirena sai.. appartiene al mare,
Voltati e torna da dove sei venuto. Perché io possa fare ciò che da
molto tempo avrei dovuto.






domenica 2 ottobre 2011

Pamparato 2011

Una poesia per Pamparato, ed. 2011


VERBALE DELLA GIURIA
La giuria del premio letterario “Una poesia per Pamparato”, composta da
Luca Necciai (Presidente), Marita Rosa e Remigio Bertolino,
riunitasi in Torino il 21 giugno 2011,
dopo aver esaminato gli elaborati pervenuti alla segreteria del Concorso, 
ha espresso all’unanimità la seguente graduatoria:

1° Premio alla poesia:  “TRASPARENZE”
                                     di TESTA MARIA BRUNA

2° Premio alla poesia:  “LA NEVE DELL’AMICIZIA”
                                     di  ARMANDO DANIELE

3° Premio alla poesia:   “NEBBIE D’ASSENZA”
                                      di PIZZUTO GAETANO

Ha inoltre deciso di conferire la Segnalazione di merito alla poesia
 “RISACCA” di STURLA MILES



PRIMO PREMIO

TRASPARENZE
 
Luce ocra dorata
la barca scrostata dalla salsedine
e dagli schiaffi del vento.
Macchia scarlatta
la bouganville abbracciata al muro,
spiegata
vibrante
in attesa dell’amore.
Palpita in lontananza
il luccichio del mare,
turchese
azzurro
cobalto,
acquerello
per chi vuole ancora sognare.
Mi lascio afferrare da una vela
che scivola sull’orizzonte,
verso dove
non so.


TESTA Maria Bruna

 

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SEZIONE SILLOGE:


Premio Speciale della Giuria:  “PURTROPPO O PER FORTUNA?”
                                        di CARLO CARLOTTO

Segnalazione di Merito: “I FRUTTI MATURI”
                                        di GIAN LUCA AVAGNINA

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MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

“Trasparenze” di Maria Bruna Testa è una poesia di intenso lirismo, ricca di immagini e suggestioni. Il paesaggio marino, tutto giocato su una luce vivida e palpitante, diviene una sorta di correlativo oggettivo per i sentimenti dell’autrice ed il simbolo della vela “che scivola sull’orizzonte” richiama il montaliano “più in là”, la ricerca di assoluto, il tuffo nell’infinito.

“La neve dell’amicizia” di Daniele Armando è un testo poetico basato su un linguaggio chiaro, concreto. La  metafora del titolo dà il senso della bellezza e del candore di un’amicizia destinata a durare in eterno. Il poeta esprime la consapevolezza che tutto ciò che ha alimentato questo sentimento entri nel grande mare della memoria e sostanzi di sé il futuro: “ogni mio pensiero / avrà le tue impronte”.

“Nebbie d’assenza” di Gaetano Pizzuto sono versi dedicati ai malati di Alzheimer. È una poesia di sofferta partecipazione al dramma di chi – svuotato di memorie e ricordi – è simile ad un viandante “lungo i muri della mente” “ fra nebbie d’assenza”.  Le due metafore, così incisive e concrete,  esprimono più di una lunga sequela di frasi tutto il dramma delle persone che soffrono di questa malattia.


SILLOGE

“Derive di luce” di Bruno Lazzerotti è una silloge compatta e unitaria, con momenti di verticalità visionaria, di accensioni liriche, di rapimento estatico. Il poeta  fa scaturire dal mondo oggettivo un senso enigmatico dell’esistere, visioni quasi oniriche, capta le sensazioni più segrete che aleggiano intorno alle  cose. Le poesie si richiamano le  une alle altre in una sorta di rimando musicale, in una fitta trama di immagini altamente originali e suggestive.

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Certamen, 01 ottobre 2011

Il pubblico presente in sala ha votato in diretta la seguente classifica:

1° Premio CERTAMEN:
NASI Raffaella, "Noi" [poesia #15]

2° Premio: STURLA Miles, "Eternità" [poesia #7]
3° Premio: ARMANDO Daniele, "Il vento dell'amicizia" [poesia #8]

Poesie partecipanti:


POESIA n. 1
GENZIANELLA

Piccolo fiore che vivi
sui monti lassù,
lassù dove il cielo
come te è blu.

Dove il sole ti riscalda
con tutto il suo tepore
e ti bacia coi suoi raggi d’oro.

Dove l’aria fresca
ti accarezza con la sua
dolce brezza.

Dove il silenzio ti è compagno,
dove Dio ti è vicino
col suo soffio divino.

BERTOLINO MARIA ROSA


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 POESIA 2
IL QUADRO

Come tela nella cornice della finestra
guardo uno spigolo di cielo,
un angolo di mondo cangiante
e guardando mi spingo
oltre e dopo ed ancora oltre …
Scorrono nuvole in quell’opera posta
a mezz’aria dinanzi ai miei occhi.
Opera di artista sconosciuto,
nuvole che morbide spariscono
come il tempo nella vita,
ieri, poi ora, poi dopo …
Cadono dalle nuvole giù, alla velocità dei sogni,
gocce di cielo che si schiantano
e penetrano con rabbia nella terra,
si insinuano senza timore perché sanno
che quando il pianto avrà smesso,
cullate da un raggio di sole,
guadagneranno la loro evanescente dimora
e viaggiando su nuovi mondi,
cadranno a conoscere vergini terre.
Gocce che si accaniscono contro il suolo,
emulando questo nemico nel mio profondo
che non svanisce al sole
che si nasconde dove pensa di non essere stanato.
Ma questa battaglia, nemico senza corpo,
anche se mi sfugge come culminerà la guerra,
questa battaglia la vincerò io!

LATELLA PASQUALINO



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 POESIA 3
SULLO SCRITTOIO

Una matita, abbandonata sul vecchio scrittoio,
 ormai consumata,
 vessillo di antiche poesie e romantici racconti.
 Ricordo di significati profondi,
 di una vita silenziosa,
 a volte oppressa , affidata d’incanto alla libertà ,
 ad un alito di vento straniero ,
 a un carbone fatato e a quel segno …
 Quante le emozioni, le confidenze ;
 quanti i segreti, gli amori ,gli affanni,
 ora abbandonati
 sul silenzioso ed ormai inanimato scrittoio.

BERTAINA SERENA



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 POESIA 4
SERA

Non so
se è quell’antico vizio
di essere mielosi
che mi rovina la vita
come mi rovina
stasera.

Ma ho sfogliato per caso un libro,
ho trovato tra le sue pagine un amico,
una frase.
Ci ho parlato.

Non usa più fare tanta bella poesia.
Di quella alta, civile, impegnata.
Di quella ispirata, fedele, decorosa.
Di quella devota e innamorata.

E poi a che servono i poeti.

Ma ho sfogliato per caso un libro,
ho trovato tra le sue pagine un amico,
una foto.
Ci ho parlato.

E mi ha detto, mi ha detto di non pensarti più.

E così ho fatto.
Maledetto.

AVAGNINA GIANLUCA



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 POESIA 5
BEI MOMENTI

Bei momenti
ritornate
a me vicino,
gioventù
parlami ancora,
o bei ricordi
sedetevi un momento,
torniamo ancora
a raccontare
le belle favole
d’un tempo,
poi
un’ombra in lontananza
e
un soffio di vento,
le favole
e i ricordi
volano via,
come foglie d’autunno
al primo alito di vento.

RULFI FRANCA



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 POESIA 6
PAESE

Nel paese più non passa
la corriera un po’ grossa
e il camion più non scuote
il selciato con le ruote;
così senza tema alcuna
sulla piazza ormai deserta si cammina
che in vista non c’è nessuna
auto scatenata che s’avvicina;
tra le sue case echeggian colpi secchi
è un’accetta che fa la legna a tocchi,
ma quando cerchi il boscaiolo
trovi la scure sul ceppo solo
che lui in cantina si è già calato
con la legna che ha tagliato;
in un cortile al limitare
si sente di un cane l’abbaiare
da un altro canto un suo compare
prova di rimando a concertare;
tra i panni stesi di un terrazzo
canta e gioca già da un pezzo
una bimba dalle trecce e gli occhi neri
che ancor sul viso non tien pensieri,
e con una dolce cantilena del suo paese
mi sorride e mi saluta a mani tese.
L’orologio del campanile intanto
suona le ore lento,
e mentre il sole sulla piazza batte e picchia
tuba e si nasconde il colombo nella nicchia,
e nel caldo avvolgente
pigro giace quel paese ora indolente.

CURTI FIORENZO



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 POESIA 7
ETERNITA’

Lasciami ora al silenzio delle colline
nel dolce morire dell’estate
quando già tace la cicala
e le rondini si apprestano a partire.
Sciolti i capelli
dove riposava il tuo respiro,
metterò il vestito della festa
quando la giovinezza
tingeva di rosa il nostro tempo.
Poi, spoglia di attesa,
me ne andrò in cerca di te.
Oltre i confini della conoscenza
là dove il gorgo dell’essere
muta e si trasforma.
Carpirò nella notte i segreti celesti
ingannando la luna farisea
che oscurò i suoi raggi
e ti rubò la vita.
Dolcissimo amore
goccia di luce cosciente
sarò in tutte le cose
che mi attraversano dal cielo alla terra
fino a quando i giorni non avranno più scadenza…
Allora saprò!

STURLA MILES
SECONDO PREMIO



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 POESIA 8
IL VENTO DELL’AMICIZIA

Attimi di rugiada
brillano sulle gote dell’aurora.
Risaliamo insieme
la cresta del monte
con il futuro arrotolato
nei sacchi a pelo.
Il sudore danza sulla nostra pelle,
la fatica corre sui nostri passi.
Nella tenera luce del mattino,
è il vento dell’amicizia
a spingerci verso la stessa vetta,
a far vivere i nostri pensieri.
Di fronte a noi una salita infinita,
poi altre discese e risalite:
il nostro riposo è lassù…in cima…
Un giovane raggio di sole
fa capolino tra le rocche
che riverberano sussurri di luce;
lievi sbuffi di vento
scaldano le nostre inquietudini
e addormentano le nostre paure
in una coperta di pace.
Lassù, in alto, attoniti,
ascoltiamo la musica armoniosa della montagna.
Il silenzio colora le nostre storie:
ora la cattiveria del mondo si allontana,
mentre invisibili fili ci appendono all’infinito.

ARMANDO DANIELE
TERZO PREMIO



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 POESIA 9
STORIA DI UN PORTACHIAVI

Appena acquistato
fu eletto accompagnatore
della chiave della porta di casa
sfrattando un cerchietto
di ferro arrugginito.

Dopo qualche rosario di inverni,
imbolsito e obsoleto,
per caso lo aveva sostituito
un pupazzetto di peluche,
espressione di tempi più moderni.

Ridotto a cuoio consumato
fu imprigionato al chiamino
del bidone dell’immondizia
che stava laggiù, in fondo alla strada,
esiliato dal portone che ogni giorno
tra meschinità e mestizia
gli rammentava la sua gioventù.

CARLOTTO CARLO



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 POESIA 10
MANUELA

Sfilando i lacci di ogni legame
vorresti correre via, verso nuovi orizzonti.
Senza le voci di oggi,
contro i flebili mormorii di domani.
Pensaci, la notte;
lasciandoti andare su di un tappeto di stelle,
scivolando sul dorso di una cometa
per atterrare qui, tra queste isole di genti,
dove forse il tuo oggi è anche il tuo domani.

ODASSO PAOLO



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POESIA 11
…SPUNTA L’ARCOBALENO

Rondini impaurite stridendo,
si rincorrono nel cielo
cupo di tempesta.

Nubi minacciose nascondono
l’ultimo sole di settembre.

Raggi infuocati squarciano
un nero orizzonte,
inviando sinistri bagliori.

Rimbomba violento il tuono
nella valle
percorsa da lampi accecanti.

Colpisce la grandine
con maligna perfidia
grappoli d’uva maturi.

Acini lacerati piangono
amare gocce di mosto.

In un impeto di rabbia
il contadino sconfitto
scaglia nel cortile
il ramo d’ulivo benedetto
…spunta l’arcobaleno.

PEROSINO GIUSEPPE


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 POESIA 12
UN GIORNO DI FEBBRAIO

Nel cielo tinto d’azzurro e
frastagliato dalle cime innevate,
i timidi raggi di sole
bacian le bianche distese.

E’ uno scintillìo di rari cristalli
quello che costeggia la via
mentre sul ramo dell’albero spoglio
s’avverte un armonioso cinguettìo.

I timidi passeri
han sentito il tepore
e festosi saltellano
in attesa di tempi migliori.

Un giorno d’inverno
diverso dal solito,
una musica nuova suona in sordina
e già la speranza accende nuovi entusiasmi.

Nel cuore s’avverte un qualcosa di nuovo,
intorno ancora tutto un candore,
il tepore inusuale
elargisce un messaggio di vita che è canto d’amore.

CAMAGLIO PIERA



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 POESIA 13
AL LIMITE DEL TEMPO

Tutto è stato detto,
tutto è stato fatto.
Siamo già al limite
del tempo.
Se la fine dovrà avvenire
che sia come
i petali del tiglio
quando si staccano dal ramo
e cadono leggeri,
illusi ancora di poter volare,
sull’asfalto nero della morte.
Che passi, dunque,
che venga infine
ma che sia soltanto
un alito di vento
l’inatteso profumo
di un fiore a primavera,
il cinguettio rapido
di un uccello che scompare
lasciando il filo tra i due pali
a dondolare piano nell’assenza.
Mi chiederai,
l’ultima volta ancora,
“Vuoi venire con me?”.
“Sì, se tu sei l’Amore”.

MANTISI CRISTINA



________________
 POESIA 14
“HO VISTO"

Ho visto pochi decidere per molti,
ho visto molti morire per pochi.
Ho visto sparare in nome della pace
e ho visto la pace tingersi di nero.
Ho visto negli occhi di un bambino
riaffiorare i colori della pace,
con la speranza di un mondo migliore.

ANSALDI PATRIZIO



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 POESIA 15
NOI

Respirarti
ancora.
Come dopo un vento
caldo d’estate
raccogliere
le emozioni
affiorate
e sentire
i sussulti
di quando bastava
uno sguardo sfuggente
a dirci tutto
di noi.

NASI RAFFAELLA
PRIMO PREMIO



venerdì 18 marzo 2011

Dal Forum

Poesie di...
Ito Nami



San Benedetto

Strema giunge la rondine
e così ratta al mare che
le fulge turchese il petto.
Come a tracciare sentori
di casa,tratto tratto
intinge nel salso il becco.
Sfrutta ogni ridosso:onda,
duna,molo,barco alla fonda.
Alle cabine non cabra,
potendo vi s'infila in mezzo.
Mentre cammino,sfiora
la sabbia e mi passa vicino.
Lambe ogni cosa:abile
approfitta d'ogni fronda,
imbocca ogni varco.
Il vento al traverso pare
la voglia ricacciare in mare,
ma tutto in lei è teso
alla sua gronda.
Ormai sta per arrivare.



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Mai
Mai coi versi si è fatto così poco
quando li si è gettati
giù troppo presto.
Sarebbe necessario
attendere una vita intera,
per una vita intera lesinare,
se ci riuscisse,sensi e dolcezza,
per farcela,forse in fine,
a camporre dieci righe buone.
I versi,infatti,come crede
la gente,non sono sentimenti
al cui possesso si giunge molto presto,
ma esperienze.
Prima che un solo verso venga
alla luce si deve aver veduto
molte città,gente,cose,
conosciuto animali,capito come
volano gli uccelli,appreso
con quale garbo i piccoli fiori
si schiudono al mattino.
Con la mente si deve riandare
a viaggi in lande sconosciute,
ad incontri inattesi,a partenze
molto pigre ad appressarsi,
ai giorni dell'infanzia ancora
così oscuri,ai genitori
che ci dovevano amareggiare
quando ci recavano una gioia
da noi non compresa(era
una gioia per un altro),
agli esantèmi dell'infanzia,
dai pròdromi così strani,
con sintomi tanto gravi e profondi,
a giorni trascorsi in camere
silenti e raccolte,a mattini
in riva al mare,di certi mari
specialmente,a notti in viaggio
che passavano con un alto stormire
e volavano via con tutte le stelle,
e ancora non è sufficiente
poter pensare a tutto questo.
Si devono aver ricordi di molte
notti d'amore,ciascuna diversa dall'altra,
di alti lamenti di partorienti e di candide
lievi puerpere assopite che si chiudono.
Ma si deve aver assistito persone in agonia,
aver vegliato morti in una stanza
a finestre spalanche e i rumori
che repenti salgono a folate.
E poi ancora.Non basta aver ricordi.
Si deve saperli smemorare
quando s'affoltano,e pazienti
attendere che tornino.Perché
di per sé essi ancora non sono poesia.
Ma quando si fanno nostro sangue,
sguardo,gesto,e,ormai anonimi
e non più distinguibili da noi stessi,
soltanto allora può accadere che da essi
si liberi e si libri l'incipit di un verso.

Trasposizione in versi di Gilberto Fanfani alias Ito Nami
di un brano che espone la poetica di Rainer Maria Rilke-Di Aufzeichnungen des Malte Laudris Brigge-Insel Verlag Wiesbaden 1952





_________________________________________
Creazione dell'uomo(haiku rimato)

Diva crétula
in infima argilla,
ai cieli grétola.






________________________________________
Primavera in periferia

Tra macerie desolate
agnelli al sole brucano
l'aprile in attesa di Pasqua.
Variopinti al vento
ragazzini,gemme ebbre
di linfa,sfogano sul palla
energie nell'inverno
troppo a lungo represse.
Rade la prima rondine
sfinita talmente il campo
che il piccolo portiere
quasi l'afferra in tuffo.



___________________________________________
"Motorino!"
Se rapace Leandro saetta
su una palla che pare
oltre ogni portata,
scatta in piedi a Fasano
lo stadio,muto e sospeso
nel fiato,come teso
ad un prodigio,e lui,
non li delude.






 Gilberto Fanfani AKA Ito NamiLe poesie di Ito Nami sono presenti sul nostro forum al link:
http://amicipoesia.mondoweb.net/viewtopic.php?f=2&t=200

lunedì 24 gennaio 2011

Poesie per rompere silenzi

Poesie di... Antonio Guerrero Rodriguez

'' La mia permanenza nel Centro di Transito Federale in Oklahoma è stata lunga . Diciotto giorni, isolato, in una cella del cosiddetto ''buco'', giorni che mi sono sembrati un'eternità. Con pochissima carta e piccolissime matitine, mi misi a scrivere il diario di quelle giornate, così come un gruppo di lettere personali e molto speciali, nate in quella solitudine, dove, parafrasando versi di Juan Ramón Jiménez, direi: “Sei dio del tuo petto, sei solo Universo, sei uno al tuo centro”.
Solamente una parte di quel diario e una delle nove lettere scritte arrivarono a destinazione. Per me fu un gran dolore quello che era potuto succedere, e feci ricorso alla poesia per rivivere i momenti di quell'isolamento e, in qualche modo, rimediare all'irreparabile perdita. Dal 3 al 16 di marzo, ormai di nuovo a Florence, sono nate queste poesie, in forma di diario, che suggerisco di leggere come un solo poema (come si dice si debbano leggere i famosi sonetti di Shakespeare, facendo salva la gran differenza tra quell'opera classica e questa modesta creazione). Per questo poemario decisi di scrivere versi decasillabi con rima libera, nella quantità di versi tipica del sonetto. Il mio obiettivo non è la ricerca della bellezza rítmica o della perfezione della strofa, e nemmeno di creare qualcosa di nuovo. La mia pretesa è di portare il lettore fino agli angoli più segreti della mia anima in quei giorni di ingiusto e totale isolamento, anche se, come direbbe Darío: “la mia protesta resta scritta” contro il trattamento e la inusuale perdita”.


Così ci parla Antonio Guerrero Rodriguez, il nostro Tony, uno dei Cinque, i prigionieri  cubani ingiustamente detenuti negli Stati Uniti, di uno dei suoi poemi più dolorosamente concepito: parliamo di "Un lugar de retiro", che fu pubblicato lo scorso anno, grazie ad un'iniziativa della Casa Editrice Vigìa della città di Matanzas a Cuba.

Commosso dalla grandezza umana che emanano questi versi, Silvano, un amico di Cuba e dei Cinque, ha avuto la felice idea di dare vita all'iniziativa di pubblicare in Internet – nel maggior numero di siti e e tradotti nel maggior numero di lingue possibili – le poesie che Tony ha scritto riferendosi ad un periodo di diciotto giorni trascorsi in una cella di isolamento e che in seguito avrebbero prodotto il libro ''Un lugar de retiro''.
La proposta è di pubblicare ogni giorno per diciotto giorni, a partire dal 26 gennaio e fino al 12 febbraio 2011, su blogs, facebook, siti internet o di inoltrare tramite liste di distribuzione e altro, il poema corrispondente a quel giorno, scritto da Tony un anno prima, cioè fra il 26 gennaio e il 12 febbraio del 2010.  In italiano, inglese, francese, portoghese e persino in russo e bulgaro, le poesie di Tony solcheranno il cyberspazio, demolendo muri di silenzio.
Possa essere questo un modo in più per dimostrare ai Cinque la nostra solidarietà, il nostro affetto, la sicurezza nella chiara certezza delle loro azioni, e anche per gridare all'impero, da tutti gli angoli del pianeta LIBERTA' PER I CINQUE.
Vi diciamo con le parole di Tony:
'' Stanco, non mi arrendo.
Ferito, non sanguino.
Tanta fatica, tanti dolori:
li calmo con l'amore dei miei sogni,
materia invincibile
che i guardiani non sanno riconoscere''
 

Il Gruppo Amici della Poesia partecipa a questa nuova azione poetica, ''Poesie per rompere silenzi'' in solidarieta' con i Cinque e, in maniera particolare, in omaggio a Tony Guerrero, un uomo che nelle piu' terribili circostanze non ha mai perso il suo coraggio e il suo sorriso.

Se volete richiedere e ricevere le traduzioni in una o più lingue tramite posta elettronica per aderire alla campagna, potete scrivere a
POEMAS TONY <
tonyunlugarderetiro@gmail.com>




un lugar de retiro
------------------------
luogo di ritiro



Martes, 26 de enero de 2010

Sucede que la injusticia sigue.
Sucede que llevo caja negra.
Sucede que soy yo quien lo dice.
Sucede que quisiera que me creas.
Sucede que vuelo sin temores.
Sucede que sacudo mis venas.
Sucede que dos soles se cruzan.
Sucede que oscurecen las piedras.
Sucede que el olor no es de campos.
Sucede que mi hora tiene dueño.
Sucede que se unen las paredes.
Sucede que un hermano sonríe.
Sucede que me nace en el pecho
una serenidad y sucede.

Succede che l'ingiustizia prosegue.
Succede che le manette sono molto strette.
Succede che sono io quello che lo dice.
Succede che vorrei che mi credeste.
Succede che volo senza timori.
Succede che scuoto le mie vene.
Succede che due soli si incrociano.
Succede che le pietre si fanno scure.
Succede che questo odore non è di campagna.
Succede che il mio tempo ha un padrone.
Succede che le pareti si uniscono.
Succede che un fratello sorride.
Succede che mi nasce in petto
la serenità, e succede.



Miércoles, 27 de enero de 2010

Cuando cierran la puerta de hierro
silbadores vientos de huracán
encima se me echan y me apagan
el candil, parpadeando en mis manos.
La celda se vuelve una laguna
en la que yacen palomas muertas
y por mi trepa su olor a espanto
como si las sombras me embistieran.
Con mi inofensivo corazón
desgarro el silencio congelado,
adelgazo ausencias prolongadas
hasta que la larga noche pasa
y todas las tinieblas se esfuman
envueltas en la luz matutina.

Quando chiudono la porta di ferro
sibilanti venti di uragano
mi si fanno addosso per spegnere
il lumino, che tra le mie mani infatti sfarfalla.
La cella diventa una laguna
dove giacciono colombe morte
e su di me si inerpica il suo fetore di paura
come se le ombre mi assalissero.
Con il mio cuore inoffensivo
squarcio il silenzio congelato,
assottiglio assenze prolungate
fino a che la lunga notte passa
e tutte le tenebre sfumano
avvolte nella luce mattutina.



Jueves, 28 de enero de 2010

Este origen de día sin rumbo
que sujeto al viento de la vida
sobre mi esparce luz de aurora
nunca es perdida, sino ganancia.
Esta sucesión de atardeceres
sin fragancias ni ecos ni colores
que fija mi sustancia imperfecta
nunca es perdida, sino ganancia.
Este tiempo cargado de pausas
que no deja mi amor madure,
crepúsculo en un paraje oscuro
como una vereda interminable
entre sombras que crecen y tiemblan,
nunca es perdida, sino ganancia.

Questa origine di giorni senza rotta
esposta al vento della vita
che sparge su di me luce d'aurora
non è mai danno, ma beneficio.
Questo succedersi di tarde sere
senza fragranze né echi né colori
che la mia sostanza imperfetta fissa
non è mai danno, ma beneficio.
Questo tempo carico di pause
che non lascia che il mio amore maturi,
crepuscolo in paraggi oscuri
come sentiero interminabile
tra ombre che crescono e tremano,
non è mai danno, ma beneficio.

  

Viernes, 29 de enero de 2010

Anocheció mientras leía un libro
(el que pudo llegar a mis manos)
cuyo argumento vacuo y siniestro
apenas para mí tuvo sentido.
Pensé en los grandes escritores
capaces de recoger la luz
y toda la belleza del mundo
en páginas imperecederas.
Cerré el libro y cerré mis ojos,
en ese instante me vi rodeado
de un resplandor de sol y de luna,
de amor y de paz, y comprendí:
lo que buscamos en muchos libros
lo atesoramos dentro del alma.

Si fece notte mentre leggevo un libro
(quello che è riuscito ad arrivare nelle le mie mani)
il cui argomento vacuo e sinistro
a malapena, per me, aveva un senso.
Ho pensato ai grandi scrittori
capaci di accogliere la luce
ed ogni bellezza del mondo
in pagine immortali.
Chiusi il libro e chiusi gli occhi,
e in quell'istante mi sono visto circondato
da uno splendore di sole e di luna,
d'amore e di pace, ed ho capito:
quello che cerchiamo nei libri
è il tesoro che poi resta nell'anima.



Sábado, 30 de enero de 2010

Soy dichoso por este aislamiento
donde a mis anchas holgazaneo
mientras contemplo mi alma vagar
por la lejanía hasta perderla.
Soy dichoso por este silencio
cuando puedo escucharme a mi mismo
sin que nada me turbe de afuera,
sin que el tiempo me busque y me encuentre.
Soy dichoso así, ni más ni menos,
sin pensar en ello, respirando
los átomos que nos entremezclan,
metido en el corazón de un ser
dueño de un aliento incalculable,
esparciéndose por el espacio.

Sono fortunato per questo isolamento
per questa apatia volontaria e senza limiti
mentre contemplo l'anima vagare
nella lontananza fino a perderla.
Sono fortunato per questo silenzio
quando posso ascoltare me stesso
senza che nessuno da fuori mi turbi
senza che il tempo mi cerchi e mi trovi.
Sono fortunato così, né più né meno,
senza pensarci, respirando
il miscuglio dei nostri atomi
interno al cuore di un essere
padrone di un respiro incalcolabile,
che si diffonde nello spazio.



Domingo, 31 de enero de 2010

Que no me dejen mirar la luna
ni el árbol seco del lento invierno,
que me prohíban prender el fuego,
jugar al sueño con la ceniza,
no significa que esta perdido
ese amor puro que con mis ojos
y con mis manos forjo y forje
para otros ojos, para otras manos.
El amor que expira no es amor.
El verdadero amor pertenece
a todo el tiempo, a la tierra toda,
sin temor enfrenta tempestades,
resiste hasta el filo de la muerte
y, como la natura, es eterno.

Che non mi lascino guardare la luna
e nemmeno l'albero rinsecchito del lento inverno,
che mi proibiscano di accendere il fuoco
e di giocare a sognare con la cenere
non significa che è perduto
quell'amore puro che con i miei occhi
e con le mie mani forgio ed ho forgiato
per altri occhi, per altre mani.
L'amore che spira non è amore.
Il vero amore appartiene
a tutto il tempo, a tutta la terra,
senza timore affronta tempeste,
resiste perfino al filo della morte
ed è, come la natura, eterno.



Lunes, 1 de febrero de 2010

Dije no a la quietud mohosa.
Me paré sobre el suelo desnudo,
di el primer paso, luego el segundo,
poco a poco me volvía lluvia.
Al inicio, fue el escepticismo
y después vino la dependencia.
Más adelante apareció la antítesis
y con ella el desenvolvimiento.
Comencé a girar por las horas
con espíritu y ritmo que impelen
y a través del éter se deslizan.
Cercado por un tedio sin tregua,
en la plaza de mi corazón
me vi feliz, cantando y bailando.

Ho detto no alla muffa della quiete.
Mi bloccai sul suolo nudo
ma poi il primo passo, poi il secondo,
poco a poco diventavo pioggia.
All'inizio, lo scetticismo
e poi la dipendenza.
Più avanti l'antitesi
e con essa il liberarsi.
Ho cominciato a girare nelle ore
con ritmo e spirito impellenti
e nell'etere guizzanti.
Accerchiato da un tedio senza tregua,
nella piazza del mio cuore
mi sono visto felice, cantando e ballando.



Martes, 2 de febrero de 2010

Noche seductora que me llamas
desde los abismos del silencio.
!Ah, noche magnánima y magnética,
novia del ocio aun inviolada!.
Noche errante, hechicera de ojos
que tienen el color del alcoiris.
Noche loca, llena de blancura
para al afán añadir insomnio.
Noche desnuda sobre la tierra,
antes de ir a otra orilla sin nombre
abrázame, mírame y permíteme
tocar tu cuerpo para sentir
el oleaje de queridas playas
tan ocultas en la oscuridad.

Notte seduttrice che mi chiami
dagli abissi del silenzio.
Notte magnanima e magnetica,
sposa dell'ozio e non ancora violata!
Notte errante, incantatrice e occhi
color d'arcobaleno.
Notte pazza, piena del biancore
che aggiunge insonnia all'affanno.
Notte nuda sulla terra,
prima di andare verso l'altra riva senza nome
abbracciami, guardami e lasciami
toccare il tuo corpo per sentire
il mareggiare sulle amate spiagge
così nascoste nell'oscurità.



Miércoles, 3 de febrero de 2010

La muchacha que da las pastillas
a los adictos a los calmantes
tiene cara de ángel, me recuerda
a una novia de tiempos pasados.
Ella cada noche hace una ronda,
con su voz va rompiendo el silencio
y yo abandono lo que hago entonces
para verla pasar, un instante.
Ella nunca me mira a los ojos
en los que muy escondidos guardo
tantos rostros de edades y mundos,
tantas noches de estrellas sin nombre,
tantas rachas de idas y venidas...,
la muchacha que da las pastillas.

La ragazza che dà le pastiglie
ai tossicodipendenti i calmanti
ha un faccino d'angelo, mi ricorda
una mia fidanzata del tempo passato.
Ogni sera fa il suo giro di ronda,
la sua voce va rompendo il silenzio
ed io lascio lì quel che sto facendo
per vederla passare, un istante.
Lei non mi guarda mai negli occhi
dove molto nascosti conservo
tanti volti di epoche e mondi,
tante notti di stelle senza nome,
tanti effluvi di andate e ritorni … ,
la ragazza che dà le pastiglie.



Jueves, 4 de febrero de 2010

Vivencias y vocablos buscando
respuestas a la nada y al suceso,
vienen al recinto del presente
como las abejas al panal.
El batir de sus alas inunda
el aire de trepidantes llamas
y una cristalina miel envuelve
el eco de la palabra amor.
Con apasionada sed de luz,
de aromas, de voces y de formas,
tras lo invisible se me va el alma
y sólo ve la faz de un ayer
girando hasta que desaparece
en lentas espirales de humo.

Vissuti e vocaboli che cercano
risposte al nulla o all'accaduto,
arrivano al recinto del presente
come api all'alveare.
Il loro battere d'ali inonda
l'aria con fiamme trepidanti
ed un miele cristallino avvolge
l'eco della parola amore.
Con appassionata sete di luce,
di aromi, di voci e di forme,
l'anima va oltre l'invisibile
e vede solamente il volto di giorni andati
che volteggia fino a scomparire
in lente spirali di fumo.



Viernes, 5 de febrero de 2010

El silencio es verde, de improviso,
mi corazón fértil, lentamente
habituado a cosas naturales,
viste de hojas verdes del deseo.
Recuerdos del bosque y de la lluvia
emergen con su aliento escondido
y siento otra vez en mi garganta
un ardor de jazmines y sangre.
Sin parar, mi corazón evoca
miradas fieles al amor puro,
besos al abrazo de la noche,
caricias que dieron paz al alma.
Pero, por dónde andarán sus ojos,
sus labios, sus suaves manos puras?

Il silenzio si fa verde, all'improvviso,
il mio cuore fertile, lentamente
abituato a cose naturali,
veste di foglie verdi il desiderio.
Ricordi del bosco e della pioggia
emergono con il loro effluvio nascosto
e sento di nuovo in gola
un ardore di sangue e gelsomini.
Senza sosta, il mio cuore evoca
sguardi fedeli all'amor puro,
baci nell'abbraccio della notte,
carezze che hanno dato pace all'anima.
Però, dove saranno i suoi occhi,
dove le sue labbra, soavi sue le mani così pure?



Sábado, 6 de febrero de 2010

Mujer, rompes en mi pensamiento
como los oleajes en las playas;
entras de repente en mis arenas,
luego al mar regresas otra vez.
Así eres tu, marejada indócil,
vaivén incesante de las aguas
donde se ahoga mi corazón
contando tu cuerpo ola a ola.
Ya conoces que regresare,
sin embargo, no sabes tu nombre
ni sabes que recuerdo tus besos.
Tal vez, un día cuando tu piel
destruya este castillo de ausencias
te abriré la trama de mis versos.

Ti infrangi nel mio pensare
come sulle spiagge il mareggiare;
penetri all'improvviso le mie sabbie,
e ancora torni al mare.
Così sei tu, mareggiata indocile,
vai e vieni incessante delle acque
dove il mio cuore affoga
raccontando il tuo corpo ad ogni onda.
Sai già che tornerò,
ma non il tuo nome
e nemmeno che ricordo i tuoi baci.
Forse, un giorno, quando la tua pelle
avrà distrutto questo castello di assenze
ti aprirò la trama dei miei versi.


Domingo, 7 de febrero de 2010

Hoy he escrito a varias amistades,
a ninguna le narro el rosario
de vicisitudes que he pasado
(más que las que todos imaginan).
En mis líneas les hago saber
que esta celda, sin nada y sin nadie,
para mí es un lugar de retiro
donde me libro de mis cadenas.
Como otros de mi vida, este hueco,
sin prisa lo relleno de luz
para que de su oquedad aflore
el resplandor que a mi corazón
convierte en surtidor del amor,
de este amor con que a todos escribo.

Oggi ho scritto a varie amicizie,
a nessuna racconto il rosario
delle vicissitudini passate
(più di quelle che si possano immaginare).
Nelle mie frasi faccio sapere
che questa cella, senza niente e nessuno,
per me è luogo di ritiro
dove libero le mie catene.
Come altri della mia vita, questo buco,
senza fretta, lo riempio di luce
affinché dalla sua vacuità affiori
splendore che converta il mio cuore
in zampillare d'amore,
di questo amore con cui scrivo a tutti.



Lunes, 8 de febrero de 2010

Anoche, cuando un hosco silencio
como el manto de la oscuridad
me cubría, y la incertidumbre
de crudas nevascas me embriagaba,
el amor provoco un ramalazo
en las fibras de mi corazón,
punzadas de perpetuas ausencias.
Por un buen tiempo estuve despierto.
Anoche, frente a la soledad
resonante de ayeres me dije:
Todos los desvelos de mi vida
han desbrozado esta larga senda
por donde los peligros de muerte
no han podido malograr la luz.

Stanotte, quando un fosco silenzio
come il manto dell'oscurità
mi copriva, e l'incertezza
di crudi nevaschi mi ubriacava,
l'amore ha provocato uno strappo
nelle fibre del mio cuore,
spillate di assenze perpetue.
Sono stato sveglio un bel po'.
Stanotte, di fronte alla solitudine
risuonante di giorni passati mi sono detto:
tutte le veglie della mia vita
hanno sfrondato questo lungo sentiero
dove i pericoli di morte
non hanno potuto distruggere la luce.



Martes, 9 de febrero de 2010

En mi soledad digo tu nombre
y sus letras son un sol naciente
entre las nubes de la alborada
donde con lumbre se abren las flores.
Al andar lo digo en las esquinas
que forja y deshace el pensamiento
y en mi soliloquio con tu nombre
ni luces ni sombras distingo.
Lo digo sin que nadie me escuche
en una voz de intima emoción
que apenas hiere el aire y el silencio.
A las preguntas del firmamento
respondo, levantando la vista
hasta la eternidad de tu nombre.

Nella mia solitudine dico il tuo nome
e le sue lettere sono un sole nascente
tra le nuvole dell'alba
dove alla luce s'aprono fiori.
Nell'andare lo dico negli angoli
che il pensiero forgia e disfa
e col tuo nome nel mio soliloquio
non luci né ombre distinguo.
Lo pronunzio senza che nessuno possa ascoltarmi
in una voce intima di emozione
che ferisce appena l'aria ed il silenzio.
Alle domande del firmamento
rispondo, alzando lo sguardo
fino all'eternità del tuo nome.



Miércoles, 10 de febrero de 2010

Seguro, en medio del temporal,
me imagino andando por el mundo
como si caminaran conmigo
hombro a hombro brazos invencibles.
Pasaran con sus alas oscuras
otras tantas gélidas noches
sin poder aniquilar la aurora
del día final de la injusticia.
Hermanos y hermanas de la lucha
solidaria que se multiplica
cual las hojas en la primavera:
¡Ustedes nos darán la victoria,
ustedes estarán con nosotros
en la gran jornada del regreso!

Sicuro, nella tempesta,
mi immagino in giro per il mondo
come se con me camminassero
spalla a spalla braccia invincibili.
Passeranno con le loro ali scure
tante altre gelide notti
senza riuscire ad annullare l'aurora
dell'ultimo giorno dell'ingiustizia.
Sorelle e fratelli della lotta
solidale che si moltiplica
come foglie in primavera:
ci darete la vittoria,
sarete con noi
nella grandiosa giornata del ritorno!


Jueves, 11 de febrero de 2010

Desde mi niñez de hogar y escuela,
en mi juventud de sitio en sitio,
toda mi vida, y hasta en mis sueños,
tú has habitado en mi corazón.
Isla de soles que a todos brindas
palmas y playas, aves y frutos,
aquel verano abrasador que amo,
aquel árbol libre en la campiña,
dispuesta a diario a cuidar la flor
indispensable de la esperanza
en mí tu alientas siempre la paz.
Tu amor me impulsa, tu amor me colma
de luz, ¡oh, patria!, vendrá el regreso
y el beso tuyo que nos espera.

Sin dalla mia infanzia tra casa e scuola,
nella mia gioventù da un posto all'altro,
per tutta la mia vita, e persino nei sogni,
hai abitato nel mio cuore.
Isola di sole che offri a tutti
palme e spiagge, uccelli e frutti,
quell'estate rovente che amo,
quell'albero campagnolo e libero,
disposta ogni giorno a prendersi cura del fiore
indispensabile della speranza
mi alimenti sempre un anelito di pace.
Il tuo amore mi sprona, il tuo amore mi colma
di luce, patria !, arriverà il ritorno
e il tuo bacio che ci aspetta.


Viernes, 12 de febrero de 2010

Cruzando el corazón del azul
insondable, confuso de rutas,
mas, acompañado de esperanzas
insignificantes pero ciertas,
miro la callada geografía
sumergida en un fulgor de nieve,
territorio de lo indefinido,
espejismos de la libertad.
Hay cansancio, pero no me rindo.
Hay cortaduras, pero no sangro.
Tanta fatiga, tantos dolores
calmo con el amor de mis sueños
hecho de una materia invencible
que no reconocen los guardianes.

Nell'attraversare il cuore dell'azzurro
insondabile, in un groviglio di rotte,
ma accompagnato da speranze
insignificanti però certe,
osservo la geografia silente
sommersa in un fulgore di neve,
territorio dell'indefinito,
miraggio della libertà.
Stanco, non mi arrendo.
Ferito, non sanguino.
Tanta fatica, tanti dolori:
li calmo con l'amore dei miei sogni,
materia invincibile
che i guardiani non sanno riconoscere.
Antonio Guerrero Rodriguez